Wi-Fi libero, però…
Il 31 dicembre 2009 scadranno alcune disposizioni del cosiddetto Decreto Pisanu e della relativa legge di conversione tra cui quelle sull’identificazione degli utenti tramite documento d’identità per chi accede alla Rete dai locali pubblici. Le disposizioni sono state finora prorogate di scadenza in scadenza con perplessità da parte di molti (negli altri paesi la normativa è molto meno restrittiva e in Italia, già indietro nella diffusione di Internet, la rigidità della procedura di identificazione può costituire un ostacolo ulteriore).
Qualche giorno fa un gruppo di persone (imprenditori, politici, manager, blogger, giuristi e altro), tra cui molti che stimo profondamente, hanno stilato La Carta dei cento per il libero Wi-Fi in cui si chiede «di non prorogare l’efficacia delle disposizioni del Decreto Pisanu in scadenza e di abrogare la previsione relativa all’obbligo di identificazione degli utenti contribuendo così a promuovere la diffusione della Rete senza fili per tutti».
Contemporaneamente i deputati Roberto Cassinelli (post relativi), che si è già distinto per iniziative sensate relative a Internet, Paola Concia e altri stanno portando avanti una proposta di legge che media tra esigenze di immediatezza resa possibile dalle moderne tecnologie e di diffusione della Rete e imprescindibili esigenze di sicurezza pubblica e nazionale.
Purtroppo mentre Alessandro Gilioli (che sa come vanno le cose e ha un approccio pragmatico) ha legato saggiamente le due iniziative, altri nei 99 rimanenti, lo dico con dolore, rischiano di arroccarsi su posizioni “massimaliste” e poco pragmatiche e di contribuire al divide et impera dei governanti e al rinnovo delle disposizioni così come sono oggi.
AGGIORNAMENTO: Roberto mi fa notare che sulla possibile scadenza delle disposizioni esistono due “linee di pensiero” e una delle due non ritiene che ci sia una scadenza.
Perché dovrebbe essere tanto massimalista pretendere di azzerare una soluzione anomala piuttosto che accontentarsi di mettere delle pecette dall’efficacia piuttosto dubbia? Mi spiace arrecarti dolore, lo dico senza ironia, ma quello che tu chiami arroccamento io chiamo coerenza. Abbiamo una legge anomala e controproducente che dovrebbe essere scaduta da mo’: invece di lavorare insieme per levarcela una buona volta dai piedi, come del resto abbiamo fatto finora, improvvisamente stiamo qui a discutere di ricamarci sopra. Peraltro questa botta di realismo si basa su un ragionamento giuridico quanto meno discutibile e su cui i proponenti sorvolano con determinazione, come sto cercando di spiegare da giorni sul mio blog. Chi è che lavora contro il fronte unitario anti-Pisanu? Non mi pare che puntare al risultato minimo di breve periodo ci abbia finora portato da qualche parte, in termini di evoluzione digital-internettosa, in questo paese. Che il problema ora siano Maistrello e Mantellini mi fa un po’ sorridere, insomma. :)
Sergio non ritengo affatto che ci sia un problema fatto di persone (magari ci fossero cento Maistrello e cento Mantellini in Italia!) ma di approcci e di pragmatismo. A mio avviso la deregulation dell’accesso «senza se e senza ma» non tiene in conto sufficiente l’esigenza legata alla sicurezza in Italia (anche con le peculiarità italiane) e il Legislatore quando legifera tiene necessariamente conto di esigenze contrapposte mediando (come forse non è avvenuto appieno per le disposizioni di cui discutiamo per gli avvenimenti che le hanno precedute). Noi siamo disposti a mediare? E se no che cosa pensiamo di poter ottenere?
Dipende dai termini di partenza per la mediazione. Se dobbiamo mediare tra lo stato dell’arte nel mondo e la situazione esistente, sono assolutamente favorevole. Se dobbiamo mediare tra l’esistente e l’esistente con un vincolo di meno, sono molto più perplesso. Io sarei per fare le cose bene, per una volta. Davvero non vedo come il realismo e il pragmatismo ci abbiano aiutato, negli ultimi decenni. La deregulation senza se e senza ma probabilmente è irrealizzabile, però allora cominciamo a parlare di strumenti e approcci moderni per contemperare le esigenze. La linea di ragionamento di Quintarelli sull’anonimato protetto, in mancanza di miglior coraggio, mi pare abbastanza interessante, per esempio. Però continuare a dare alla legge Pisanu un’imprescindibilità che il testo stesso non voleva avere, mi sembra la cosa peggiore che possiamo fare. In questo senso limitarsi a limarne la gestione pratica degli effetti mi pare un approccio sbagliato, che condizionerebbe a prescindere anche il tono di qualunque dibattito parlamentare si riuscisse eventualmente ad attivare.
Abbiamo un governo che non sta dando nessun segnale per lo sviluppo tecnologico e digitale del nostro paese.
Non conoscevo la carta dei cento per il libero wi-fi e credo che insieme a altre azioni di lobby fatte al governo su questo fronte non debbano fermarsi ma anzi parlarne ed agire.
In parte anche ognuno di noi puo’ partecipare diffondendo le informazioni ad una popolazione, la nostra, disinformata.