“Jungla d’asfalto”
Sono finalmente andato a vedere Jungla d’asfalto, la mostra di William Marc Zanghi alla Galleria 61 della mia collega Cristina.
Che dire se non «bella!»? Tra poliuretano espanso e smalti industriali si snoda l’ipotetica sceneggiatura di un film che inizia dall’abbozzo degli ipotetici personaggi e interpreti (in acquerello) e poi si snoda per quadri con inquadrature cinematografiche sospese nel tempo, colori vivi e pungenti e una scimmietta che è onnipresente a “disturbare”, guizzo della mano dell’artista che ha altri occhi per vedere la realtà e così conclude (con un rapido tratto) la sua opera. Se siete a Palermo e volete vederla, oggi è l’ultimo giorno utile.
Parlando con Marc ho confermato l’impressione che mi porto dietro dalla lettura dell’Argan al liceo, ovvero che i critici d’arte “spillano” spesso addosso alle opere interpretazioni e sentimenti che l’artista non aveva o a cui nemmeno pensava.
Il mio quadro preferito è questo in basso.