Le cose
Quando ero bambino, mentre mi toglievo i maglioni e le camicie prima di andare a letto, a volte mi chiedevo se le cose fossero senzienti. D’accordo, sono cose, ma se sentissero? E allora mi sfilavo piano i maglioni, per non sdillabrarli. Una forma di rispetto per una cosa.
E quanto contano le cose? Certe magliette, i libri, i cd? Giocattoli, piccoli oggetti, telefonini ora giganti che furono animati da quelle parole, usurati, graffiati, dismessi e poi dimenticati. Quelle che ho perso e che non rivedrò mai più, che con me hanno vissuto un momento impossibile da dimenticare e dimenticato. Accendono sinestesie, stringendole rabbia. Sbiadiscono nel ricordo.
Domani vado a Catania per un convegno. Andrò con la mia 206, quella del ’99, del ritorno da Montpellier, di me nuovo, di passione e mare, del pappagallo di pelouche, di aspettare che torni. La prossima settimana questa macchina verrà rimpiazzata, da un’altra 206.
Le cose non conservano memoria di quello che è stato, né sentono. Le persone sì.
E’ il motivo per cui quando tento di mettere ordine nella mia stanza, proponendomi di eliminare tutto ciò che non uso più, decido di rimandare ad un altro giorno, forse a mai…
Magari mi ritrovo in mano degli oggetti perfettamente inutili che mi regalano un ricordo ancora troppo vivido per cancellarlo…
Quello che hai scritto mi ha fatto pensare in particolare ad un lontano giorno di 15 anni fa…avevo 7 anni, era il giorno di S.Valentino,mio papà già stava male…ma scese di casa per comprare dei fiori per me e per mia madre. Mi portò un’orchidea dentro una scatola a forma di cuore. Me lo ricordo quasi fosse ieri.
Dopo qualche giorno trovai quell’orchidea e la sua scatola nel cestino della spazzatura…L’orchidea era completamente secca.
Non so cosa mi spinse a farlo, so solo che me la ripresi e la misi nella mia stanza.
Quello fu l’ultimo fiore che ricevetti da mio padre.
E oggi quell’orchidea è ancora qui, ingiallita e secca, dentro la sua scatola a forma di cuore.
…e dal 99 ad ora l’hai già distrutta la 206?
noi ricordiamo per associazioni mentali basse. ci sono le figure retoriche…una parte x il tutto…le cose sono così. una parte per il tutto, la mente vola bassa e si lega tipo catena di s antonio afferrando confusamente di qua e di la per tentare di ricostruire coi brandelli di cui le cose – loro malgrado – fanno parte. la mente afferra per prima la materia, le cose, poi il suono, l’odore ecc ecc. ma non riesce a ricostruire mai perfettamente inseguendo chissà cosa. e spesso perdendosi. (ti accorgi di come vola bassa la mia mente è colpa dei pensieri associativi se non riesco a stare adesso qui) (si sente il bisogno di una propria evoluzione sganciata dalle regole comuni da questa falsa personalità). ora che ci penso ma noi non siamo pure così? legati da una parte al resto (quella visibile, la materia) ma…occhei occhei, buonanotte.