Deeario è il blog di Tony Siino. In questo momento mi trovo a Palermo (Italia). //php if ( function_exists( "display_tweets" ) ) { display_tweets(); } //?> Informazioni estese su questo blog sono racchiuse nel colophon. Contatto: e-mail.
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L’Italia, politicamente parlando, è divisa in tre poli: Centro, Sinistra e Destra. E’ un dato di fatto, per questo il sistema bipolare fatica ad ingranare. I tre poli sono costretti ad allearsi tra loro, spaccando generalmente il Centro che va un po’ a Destra, un po’ a Sinistra. Il sistema partitocratico della Prima Repubblica, che è stato totalmente fallimentare, prevedeva le coalizioni tra i partiti solo dopo le elezioni, favorendo gli inciuci e gli intrighi di palazzo. Così facendo, tra lottizzazioni, spartizioni e tangenti, hanno affossato il paese economicamente e socialmente. Dopo Tangentopoli e con i Referendum maggioritari di Segni, si cercò di cambiare, ma fu la stessa classe politica, proveniente da quella che è comunemente chiamata Prima Repubblica, a non volere cambiare. Il sistema maggioritario infatti, non è praticamente mai entrato a regime. I vari Parlamenti hanno creato numerose leggi elettorali, ognuna delle quali presentava altrettanti numerosi difetti. La partitocrazia italiana è estremamente frammentaria ed eterogenea (soprattutto nel centro sinistra), per questo è difficile mettere in piedi governi duraturi (a parte l’esperienza CdL che per la prima volta in 60 anni di Repubblica, è riuscita a completare la Legislatura). Prima di allora i Governi duravano un anno o poco più, difficile quindi fare una politica seria ed attiva, tenuto conto poi del fatto che i Ministri rispondevano ai loro partiti e non certo agli elettori. Siamo stati governati per tanti anni (troppi) dalle partitocrazie e dalle loro gerontocrazie (dure a morire ancora oggi).
Salto tutta la parti di analisi dei vari sistemi politici, per ragioni di spazio e tempo, arrivando al dunque:
Nella società-politica italiana, per potere governare, si deve scendere a compromessi con il Centro. Così facendo nessuno (Destra, Sinistra e pure Centro), non possono attuare in modo completo le proprie politiche.
Salto anche l’analisi della democraticità dei sistemi politici, giungendo così alla fatidica domanda: quale è il sistema elettorale che permetterebbe la governabilità di questo benedetto paese?
Premessa: governabilità e rappresentabilità spesso sono in contrasto tra loro, soprattutto in un paese come l’Italia che presenta una società molto eterogenea.
L’Italia ha bisogno di essere governata (mi preme sottolineare che NON cito Montezemolo), affinché ciò possa succedere, devono essere presenti alle elezioni schieramenti con progetti comuni, ideali simili, programmi convergenti e che presentino al loro interno sinergie.
Abbiamo 3 poli, fonderli per crearne 2 non è utile al paese, anzi profondamente dannoso, come abbiamo visto. Allora che si candidino 3 poli, ma a questo punto, serve una legge elettorale ad hoc, che certamente avrà caratteristiche di democrazia rappresentativa minori rispetto al sistema proporzionale, ma che permetterebbe al paese di uscire da questa melmosa empasse.
La mia idea, che in pratica poi è già attuata per l’elezione dei Sindaci, è questa:
I 3 poli (sperando non ce ne siano di più), a seguito di elezioni primarie, indicano il loro candidato premier e, con medesimo meccanismo (primarie), si scelgono i candidati da mandare in Parlamento. Fatte così le liste, ogni elettore avrà il diritto di votare il suo candidato Premier e il suo deputato al Parlamento (che spero abbia un ramo solo, con un numero di deputati molto ridotto, ma questa è una storia di cui parleremo in altro articolo). Sbarramento al 35%, cosicché difficilmente potrà succedere che dalle urne non esca una maggioranza certa (lo so, lo pensate anche voi che riuscirebbero a fare 33, 33, e 33…). A questo punto chi otterrà la maggioranza, anche relativa, otterrà un cospicuo premio di maggioranza che gli permetterà di governare per 5 anni, senza rischio di ribaltoni, di tirate di giacca (e di coca…), senza ricatti, senza inciuci.
L’Italia, politicamente parlando, è divisa in tre poli: Centro, Sinistra e Destra. E’ un dato di fatto, per questo il sistema bipolare fatica ad ingranare. I tre poli sono costretti ad allearsi tra loro, spaccando generalmente il Centro che va un po’ a Destra, un po’ a Sinistra. Il sistema partitocratico della Prima Repubblica, che è stato totalmente fallimentare, prevedeva le coalizioni tra i partiti solo dopo le elezioni, favorendo gli inciuci e gli intrighi di palazzo. Così facendo, tra lottizzazioni, spartizioni e tangenti, hanno affossato il paese economicamente e socialmente. Dopo Tangentopoli e con i Referendum maggioritari di Segni, si cercò di cambiare, ma fu la stessa classe politica, proveniente da quella che è comunemente chiamata Prima Repubblica, a non volere cambiare. Il sistema maggioritario infatti, non è praticamente mai entrato a regime. I vari Parlamenti hanno creato numerose leggi elettorali, ognuna delle quali presentava altrettanti numerosi difetti. La partitocrazia italiana è estremamente frammentaria ed eterogenea (soprattutto nel centro sinistra), per questo è difficile mettere in piedi governi duraturi (a parte l’esperienza CdL che per la prima volta in 60 anni di Repubblica, è riuscita a completare la Legislatura). Prima di allora i Governi duravano un anno o poco più, difficile quindi fare una politica seria ed attiva, tenuto conto poi del fatto che i Ministri rispondevano ai loro partiti e non certo agli elettori. Siamo stati governati per tanti anni (troppi) dalle partitocrazie e dalle loro gerontocrazie (dure a morire ancora oggi).
Salto tutta la parti di analisi dei vari sistemi politici, per ragioni di spazio e tempo, arrivando al dunque:
Nella società-politica italiana, per potere governare, si deve scendere a compromessi con il Centro. Così facendo nessuno (Destra, Sinistra e pure Centro), non possono attuare in modo completo le proprie politiche.
Salto anche l’analisi della democraticità dei sistemi politici, giungendo così alla fatidica domanda: quale è il sistema elettorale che permetterebbe la governabilità di questo benedetto paese?
Premessa: governabilità e rappresentabilità spesso sono in contrasto tra loro, soprattutto in un paese come l’Italia che presenta una società molto eterogenea.
L’Italia ha bisogno di essere governata (mi preme sottolineare che NON cito Montezemolo), affinché ciò possa succedere, devono essere presenti alle elezioni schieramenti con progetti comuni, ideali simili, programmi convergenti e che presentino al loro interno sinergie.
Abbiamo 3 poli, fonderli per crearne 2 non è utile al paese, anzi profondamente dannoso, come abbiamo visto. Allora che si candidino 3 poli, ma a questo punto, serve una legge elettorale ad hoc, che certamente avrà caratteristiche di democrazia rappresentativa minori rispetto al sistema proporzionale, ma che permetterebbe al paese di uscire da questa melmosa empasse.
La mia idea, che in pratica poi è già attuata per l’elezione dei Sindaci, è questa:
I 3 poli (sperando non ce ne siano di più), a seguito di elezioni primarie, indicano il loro candidato premier e, con medesimo meccanismo (primarie), si scelgono i candidati da mandare in Parlamento. Fatte così le liste, ogni elettore avrà il diritto di votare il suo candidato Premier e il suo deputato al Parlamento (che spero abbia un ramo solo, con un numero di deputati molto ridotto, ma questa è una storia di cui parleremo in altro articolo). Sbarramento al 35%, cosicché difficilmente potrà succedere che dalle urne non esca una maggioranza certa (lo so, lo pensate anche voi che riuscirebbero a fare 33, 33, e 33…). A questo punto chi otterrà la maggioranza, anche relativa, otterrà un cospicuo premio di maggioranza che gli permetterà di governare per 5 anni, senza rischio di ribaltoni, di tirate di giacca (e di coca…), senza ricatti, senza inciuci.
Ma che immagine macabra