Polemiche, blog, Gore, élite e hub
Negli ultimi mesi mi sono tenuto volontariamente lontano dalle polemiche della “begosfera” italiana. Discutere, anche animatamente, può essere un bene ma non è un bene che la polemica prevalga e che diventi contenuto predominante. Ho preferito lavorare e leggere.
Non mi sbalordisce la polemica che si è scatenata sulla “sporca trentina” dell’evento con Al Gore, però penso che sia sbagliato intendere la lista come indicazione di un’élite di blogger (il post lo precisa a scanso di equivoci). Ovviamente le élite esistono (e secondo me esisteranno sempre) e pensare che non ci siano o che sia meglio che non ci siano mi sembra un ingenuo attaccarsi a un egualitarismo perverso. È vero che i blog favoriscono l’accesso all’informazione, permettono di saltare il gatekeeping dei media tradizionali, eppure ci sono e ci saranno soggetti capaci di usare meglio la Rete e di collegarla in un feedback continuo con la propria rete sociale: li chiamano network weaver, social broker (cfr. Boissevain), hub eccetera.
Non dico che la trentina di cui faccio parte ricomprenda soltanto hub, ma di certo ne ricomprende (e tanti). Comprendo la scelta di Marco Montemagno, mi sembra innanzitutto “economica”, comporta un risparmio di tempo (e tempo non ce n’era molto) e una ragionevole efficienza del reclutamento degli ospiti. Al suo posto avrei utilizzato probabilmente lo stesso criterio, insomma.
“Ovviamente le élite esistono (e secondo me esisteranno sempre) e pensare che non ci siano o che sia meglio che non ci siano mi sembra un ingenuo attaccarsi a un egualitarismo perverso.”
Le elite esistono, ma secondo me sono tutte elite relative, non assolute. Montemagno ha scelto le sue, altri avrebbero scelto altri.
Ma se devo dirla tutta, Montemagno non poteva non sapere cosa sarebbe successo, e quindi ha scelto la polemica come motore di visibiltà. Magari sbaglio, ma a pensare male…