San Francisco, il Golden Gate, Sausalito e Tiburon: ciao California
Domenica sono stato ancora a San Francisco. Nella teoria socio-economica questa città, che ha pochi abitanti in più rispetto a Palermo, fa parte delle cosiddette global city, cioè città che contano nel sistema economico mondiale (la chiamano anche il gateway del Pacifico). In particolare è una beta city + (come Washington, Melbourne, Johannesburg, Atlanta, Barcelona, Manila, Bogotá, Tel Aviv, New Delhi, Dubai e Bucharest) e dovrebbe molto della sua posizione al capitale umano. Eppure ovunque, sia nel commercio che nell’imprenditoria, si leggono nomi italiani. La Bank of America, fondata a San Francisco, si chiamava prima Bank of Italy e il fondatore Amadeo Giannini era figlio di immigrati liguri. Senza gli italiani, insomma, né San Francisco né l’America sarebbero quelle che sono. Invece per gli italiani la Sicilia e l’Italia sono quelle che sono.
Il Golden Gate è certamente una delle meraviglie del mondo. Due chilometri e settantuno per collegare San Francisco alla County of Marin, un colore che col tramonto viene valorizzato e una fierezza che nemmeno la nebbia che sale nel pomeriggio dal Pacifico (che ho potuto osservare lunedì) può intaccare. Molti ci passeggiano sopra a piedi o in bici. Vale davvero la pena di vederlo.
Dall’altra parte ci sono Sausalito e Tiburon, due belle località marine. Non me ne voglia la California, ma di Taormina ce n’è una…anche se si sta bene qui e a Tiburon ci sono belle signorine. ;)
Ho anche fatto una capatina a Pittsburg che è gemellata con Isola delle Femmine e, curiosità, ha una riproduzione della piazza di Isola che certo è anomala a diecimila chilometri.
A Pittsburg c’è una folta comunità di italiani che ce l’hanno fatta e un Siino è stato sindaco (o siindaco).
La California rimane certamente nel cuore, così come Berkeley che è una vera capitale culturale per questo paese. Spero di rivederle mentre scrivo questo post già da New York, di cui parlerò da domani.
Le foto sono qui.
(crosspostato su Rosalio)