20 anni di radio
Ieri ricorreva il ventesimo anniversario della prima volta in cui ho parlato in un microfono in diretta radio (a essere sinceri da bambino avevo già parlato, in pieno tripudio delle radio private, in quella che era la radio di mio zio). Il mio primo programma (di dieci minuti!) andò in onda la domenica successiva. Se fate due conti credo di essere stato abbastanza precoce: avevo 12 anni.
La radio è cambiata molto negli anni, come racconto agli studenti dell’università (sono cultore della materia di Storia della radio e della televisione a Palermo) e mi fa un po’ impressione essere testimone oculare di certi mutamenti.
Innanzitutto è cambiato lo spirito e non sempre è stato un bene. All’inizio erano tutti pionieri e “one-man-band”: non era infrequente che l'”editore” fosse anche direttore artistico e della programmazione, tecnico, speaker, agente pubblicitario… Io stesso andavo in auto-regia (era il miglior tecnico che potessi avere però :P). Eppure in quegli anni mi sembra che, insieme all’improvvisazione e a una certa dose di anarchia, ci fosse più fantasia nei format. Ascoltando le radio oggi sono tutte uguali o quasi (web radio a parte), con le locali appiattitte in maniera suicida sui network, stesse notizie da TGCOM e stessa musica, senza mai osare (il successo di Virgin Radio non mi sorprende, a proposito: è diversa). Copiare i network nei primi ’90 (nei tempi del terremoto della legge Mammì) ha portato alla professionalizzazione, oggi (insieme al P2P) secondo me guida alla tomba.
La radio è stata ed è per me molto importante, quasi vitale. Ci passavo i sabato pomeriggio da adolescente, è legata a emozioni fortissime (ad esempio le serate in spiaggia davanti a decine di migliaia di persone), la considero un mezzo ideale e molto attuale (non a caso gli ascolti complessivi crescono) e spero di poter tornare a farla con maggiore frequenza. Oggi faccio poco più di due ore a settimana. Eppure alcuni progetti bollono in pentola…
E poi la radio mi ha avvicinato a Internet: se non fosse stato per il sito della mia radio di allora non sarei forse entrato in una web agency, non avrei imparato l’html in una sera e…non sarei qui a fare il lavoro che oggi faccio.
W la radio!
Le radio di oggi osano poco, come tutti gli altri media tradizionali. Le web-radio sono diverse perché nascono molto spesso “dal basso” e se non fai qualcosa di diverso è difficile farti notare.
Piuttosto, conosco Virgin, la apprezzavo già all’estero ma non capisco perché la definisci diversa, puoi spiegarlo un po’ ad un ignorante in materia? ;-)
Ciao,
Emanuele
Emanuele Virgin si rivolge a una nicchia vera e propria, non a un generico contenitore di estimatori di “contemporary hit” e fa musica che non fa nessun altro network.
Ah beh, quello l’avevo notato ed avevo apprezzato. Pensavo ci fosse anche qualche altro motivo che mi era sfuggito. :-)
Ciao,
Emanuele
La radio, Radio America 98, ha fatto nascere e crescere culturalmente una nuova generazione negli anni ottanta a Bagheria. C’erano i migliori microfoni della zona, palermitani e locali (Marcello Santaluna, Tony Farana, Pippo Balisteri, Gaspare Marchese e dopo Maurizio Giglio – non ancora maurizziotto – ed altri che non ricordo più). Feste, anniversari, concerti; un vero e proprio social network ante litteram (non so se si scrive cosi). L’unica cosa che mi dispiace è che ricordando queste cose inizio a sentire gli anni che passano e capite anche voi quanti sono.
Bel post.
Scusami avevo dimenticato di dire che anch’io non gioco alla battaglia navale ma, qualcuno mi ha ricordato F24
radio di alberto pezzini sul seguente link http://www.lastfm.it/user/albertopezzini
E radio radicale, Siino? Con il suo direttore che mi sveglia ogni mattino alle 7,34?
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