Essere giornalisti non equivale a fare giornalismo
Scott Rosenberg, co-fondatore di Salon, a proposito dell’essere giornalisti di fatto e non “di ordine” scrive:
«I blogger possono essere giornalisti ogni volta che fanno giornalismo provando a tirar fuori la verità da una storia. Un giornalista può essere blogger installando un software per bloggare e iniziando a postare. Queste parole dovrebbero essere etichette per attività, non distintivi di fedeltà tribale». (via Appunti di Pandemia)
Un mio amico giornalista, interpellato, ha sentenziato: «bella cazzata». Eppure questa “bella cazzata” travolge ogni giorno, come un terremoto, il mainstream.
I giornalisti, quelli classici, sono ancora giornalisti solo quando si occupano di inchiesta (cosa mooolto rara); negli altri casi sono semplici compilatori e redattori di notizie di agenzia. I blogger sono giornalisti, pure loro, quando, in maniera forse più umile, aggiungono contenuti e dettagli (se non notizie nuove di zecca) al sistema informativo. Negli altri casi pure i blogger non sono altro che compilatori di notizie di terze parti, forse un po’ più creativi dei “colleghi” della carta stampata, e questo è il loro valore aggiunto. Poi ci sono i giornalisti compilatori che usano il blog per compilare una seconda volta la propria fuffa. E lì si tratta di braccia rubate per due volte all’agricoltura.
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