Il parente-di-parente, Obama a San Francisco e “capisc’?”
Ieri sono tornato a San Francisco con l’ormai noto (a chi ha letto i post precedenti) parente-di-parente-che-a-me-non-viene-niente. Praticamente questo tipo (prego solo che non legga questo blog) è un cugino di un cugino di un cugino di un cugino…vabbe’, ci siamo capiti. Avevamo cenato insieme domenica e a tavola voleva fare il simpaticone. Faccio un esempio della simpatia estrema: mi si è aperto lo shampoo in valigia e questo fa il battutone «ma non era mica necessario che te lo portavi, qui in America abbiamo lo shampoo!»… Un altro esempio: siccome gli ho raccontato che sono combattuto tra il rimanere in Sicilia come mi dice il cuore e andare in un posto più in linea con i miei interessi lavorativi mi ha detto «you need therapy»… Prima di uscirci lo consideravo alla stregua di una ragade. Poi sono stato investito dalla perplessità estrema quando mi ha proposto la sua visione della città attraverso il “turismo alberghiero”! Sostanzialmente mi ha portato a vedere degli alberghi (ma non soltanto)! Poi però uno vede un albergo così e quasi gli dà ragione…
Alla fine, comunque, non era tanto male: mi ha detto un sacco di cose interessanti. Ricordarsi di sospendere il giudizio.
Il primo pomeriggio è trascorso al San Francisco Museum Of Modern Art.
C’era Obama in città per raccogliere fondi con la senatrice Barbara Boxer. Il presidente non sembra troppo popolare e ho sentito dire di lui peste e corna finora. E San Francisco è una città decisamente democratica.
(Associated Press photo by Ron Lewis)
Una delle cose a cui è difficile abituarsi è la cena alle 18:30. Però se passate da Berkeley vi potrà aiutare la trattoria La Siciliana della famiglia D’Alò. :)
Ho scoperto che una parola italiana è ampiamente conosciuta e utilizzata negli Stati Uniti: capisc’? Pare che, però, la utilizzasse il mafioso John Gotti detto “l’elegantone”…
Domani si parla dell’entroterra.
Le foto sono qui.
(crosspostato su Rosalio)