Le ragazze si dicono forti
Le ragazze si dicono forti. Si raccontano di non essere facili e se soffrono è perché non si accontentano di uomini che “una come me non la sanno gestire”.
Per la storia di cui si sono convinte autocompiacendosi questi maschi sarebbero deboli, senza palle, dubbiosi su ciò che veramente vogliono e incapaci di corteggiarle, prendere decisioni (ad esempio tra la moglie e l’amante, che è una donna forte in genere), amarle, comportarsi da uomini insomma.
Quindi un individuo geneticamente progettato per uscire dalla caverna e cacciare i dinosauri con la clava sarebbe impaurito da una femminuccia… Sonore minchiate.
Amiche mie, se un uomo vuole davvero una donna la trascina per i capelli. Mai credere che un uomo si spaventi! La spiegazione è un’altra.
Quello che vi propina dubbi e insicurezze in fondo è sicuro di una cosa: non vi vuole davvero e alimenta la vostra illusione di essere forti manipolandovi sottilmente, inconsapevolmente surfando sull’incomunicabilità tra i sessi post-femminista o senza neanche pensarci troppo.
Eppure queste ragazze tutte forti (a proposito, al posto di “forti” gli uomini dicono “arraggiate”), “io emancipata”, “l’utero è mio” (oggi declinato come “la do a chi mi pare strabiliandomi del fatto che il giorno dopo non mi si ricontatti su WhatsApp”), poi piangono lacrime amare. O risolvono con la storia dell’uomo non uomo dei tempi moderni.
Si sentono indomite eppure ciascuna indomita sogna chi la domi.
Faccia da monito la storia di Didone nell’Eneide. Regina bellissima e astuta, capace di dire no a chi voleva sposarla quando rimase vedova e di partire per fondare Cartagine, si innamora di quel fesso di Enea (che se la tira un po’ precorrendo l’atteggiamento dell’uomo contemporaneo apallico) per cui si uccide.
L’uomo che vi starà accanto abbia lo spazio per esserlo. Lasciate che possa proteggervi e rimanete un passo indietro, obbligandolo a essere responsabile della vostra felicità. Forti non lo siete come pensate, come loro non sono deboli. La parità non è un conflitto ma una collaborazione.
Condordo pienamente.
Elena