Rubare ai social per dare alla blogosfera (Deeario riprende)
Non scrivo sul serio su questo blog dal 2012. Fino al 2015 ho scritto qualcosa sporadicamente, poi nulla. Non ho mai smesso di bloggare, ho continuato su Rosalio per le vicende palermitane. Il motivo principale è che sono stato assorbito dal lavoro ma anche dai social media, che sono cresciuti a dismisura, dalla loro semplicità di aggiornamento e di distribuzione di contenuti.
Ai miei 45 lettori superstiti (incredibile! 😃) via feed e a quelli che si uniranno e che non mi seguono sui social voglio dire che fine ho fatto. Negli ultimi anni ho lavorato (strategia social e contenuti) a delle cose davvero fighe: dal tour per la promozione di un film di Ficarra & Picone, ai social media del mondo del vino (Planeta e altri), passando dalla content curation di PC Professionale al mentoring per le startup di Digital Magics. Negli ultimi anni sto lavorando per l’Agenzia Giornalistica Italia e per la promozione della meta Palermo per la compagnia aerea Volotea. Nell’ultimo anno ho seguito tre campagne elettorali e ne abbiamo vinte due, quella del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e le politiche con un deputato del Partito Democratico, Carmelo Miceli.
Sono disponibile per nuove collaborazioni (se avete qualche idea scrivetemi).
Riguardo ai miei progetti, sono sempre attivi sia BlogItalia (che necessita di un grande restyling ed è passato sul .org dopo che il .it è stato acquistato ed è adesso un bel blog dell’Agi) che Rosalio e nel frattempo sono arrivati Younipa, che è stato per quattro anni blog ufficiale dell’Università degli Studi di Palermo e ora prosegue come non ufficiale, e Social Influencer, una classifica di persone attive sui social media già presente in cinque città e in espansione. E c’è sempre la radio.
Sono accadute tante cose anche nella vita privata e sono diventato drogato di serie tv.
Sento da un po’ l’esigenza di tornare a studiare e ad aggiornarmi e qualche domenica fa ho aperto il feed reader dopo almeno quattro anni che non lo facevo. In passato è stato una miniera inesauribile di spunti e volevo capire quale fosse lo stato della blogosfera. È stata un’esperienza interessante e angosciante: molti dei blog che leggevo e amavo hanno chiuso 😢, alcuni blog sono diventati altro (ospitano podcast o erano tecnologici puri e sono diventati tuttologi che catturano ogni tipo di spunto di traffico, come le “tutterie” nelle nostre città che sono insieme pizzerie, burgerie, etnici pur di catturare ogni spunto di clientela, a discapito della qualità ovviamente), molti dei blogger italiani che leggevo sono rimasti incastrati nel lavoro (quanti sono consulenti importanti o personaggi televisivi!) e non aggiornano da anni, o sono passati su Medium. Ho notato anche che alcuni blogger stanno riprendendo a scrivere in alternativa ai social, in alcuni casi con toni apocalittici (ad esempio c’è un dibattito sul fatto che le app dei social e le relative notifiche siano progettate per creare dipendenza) e di attacco allo strapotere delle multinazionali (condivido l’appello di Tim Berners-Lee e il suo sforzo per ri-decentralizzare il web, ma è comprensibile il fatto che le società private cerchino di massimizzare il profitto). Ho trovato ancora una volta tanti spunti interessanti, dal Presencing al Web of needs, dal river of news alla resistenza di Dave Winer all’HTTPS, da Calm allo Small B blogging.
Ebbene no, i blog non sono morti, hanno insegnato al web a pubblicare facilmente (il 30% dei siti è su WordPress) e rimangono un eccellente ecosistema di pubblicazione, raggiungibile e indicizzabile dai motori di ricerca. I vecchi media, se mutano, non muoiono sotto la scure dei nuovi: uno dei miei local blog preferiti sta persino tornando online rinvigorito dalle radio! I social media stanno pagando dazio all’algoritmo (non è detto che voglia leggere quelli con cui interagisco di più, anzi confrontarmi con opinioni diverse e fuori dalla mia cerchia – come accade sui blog – è un bene, mentre a mio avviso l’omofilia promossa dai social network è persino un ostacolo al mutamento sociale) e c’è chi si sta lasciando tentare dal cancellare dai contatti chi non la pensa come lui e non riflettendo sul fatto che a forza di cancellare chi non la pensa come me rimarrò infine solo con chi la pensa sempre come me: io stesso.
Questo blog riprende quindi, con un nuovo tema, non originale (ma ritoccato) e un po’ ispirato sia al vecchio tema sia a Medium e Svbtle. Ovviamente ci sono ancora un po’ di cose tecniche da mettere a posto. Non so ancora bene che cosa ci scriverò ma l’obiettivo (spero di riuscirci) è di metterci almeno un post a settimana. Tendenzialmente post ragionati, lunghi. Potrei anche scrivere molto di più. Spero non molto di meno. 😜
Credo che rispetto ai social ci sia bisogno di rimodulare il motto robinhoodiano: da rubare ai ricchi per dare ai poveri a rubare ai social per dare alla blogosfera.
Rubiamo attenzione e target. Basta piangere perché facebook si è comprato friendfeed e lo ha chiuso, usiamo facebook (e gli altri) per discutere, catturare l’attenzione e per portare traffico ai nostri blog. 😏 Basta piangere perché l’algoritmo ci penalizza e la portata organica delle pagine cala, usiamo le sponsorizzate come uno spot 2.0, una grande opportunità per raggiungere un pubblico targettizzato scrivendo meno e meglio e facendolo leggere a chi è potenzialmente interessato. Non odiamo i social (se proprio non ci riusciamo, chissà…In se magna ruunt), cogliamone le opportunità ma anche i limiti: usciamo dal walled garden e torniamo, con un approccio POSSE (Publish on your Own Site, Syndicate Elsewhere), alla blogosfera.
(immagine di Justin Poulter)
Bentornato. Sono un appassionato sostenitore dei “blogger della resistenza”. Il motto che stai adottando mi piace e penso possa solo fare bene al web del futuro.
Ciao,
Emanuele
Interessante disamina quella tua; dalla molteplicità dei contenuti e sopratutto dalla lunghezza del testo (che scorre peró in maniera fluida) si evince la tua passione per la scrittura… sforzati di pubblicare un pó più spesso. Se occorre posso darti una mano 🖐
Sono colpevole di una deriva tuttologica … solo che in questa fase della mia vita il lavoro, il lato tecnico delle cose, mi annoia e tedia. Quello di cui sento la necessità è di capire il perché le persone – me compreso – fa qualcosa ed il livello di consapevolezza del bene e del ‘male’ che le proprie scelte / azioni comportano.
Bentornato Tony! Siamo giunti alla stessa identica conclusione. Bello rileggerti qui dove tutto è iniziato.