Le cicale siciliane
Le cicale siciliane cantano anche a ottobre. La Regione Siciliana paga loro lo straordinario e distribuisce buoni pasto per comprare la linfa vegetale ai chioschetti, passa il Giornale di Sicilia (che non manca mai al vero dipendente regionale poiché è indispensabile – pare – per conciliare l’acclimatazione con la scrivania…) e concede fringe benefit assortiti.
In realtà le cicale non cantano. Né sfregano le zampe (come invece fanno i grilli) per produrre il caratteristico suono gracidante e metallico. Muovono un muscolo che tramite un tendine fa vibrare delle piastrine e il suono rimbomba nell’addome pieno d’aria. Lo fanno per abbordare, come si fa quasi qualunque cosa soprattutto quando si è giovani.
Non so se mi piace sentire le cicale cantare a ottobre. Saranno simbolo dell’eloquenza, come scrisse Omero nell’Iliade, ma quando devi studiare e fa caldo (quindi loro cantano rimarcandolo) un po’ di voglia di usare il napalm ti viene uguale.
Addirittura il napalm? Basta abituarsi, come fa ogni bravo siciliano!