Gentosfera? No, grazie
Giuseppe Granieri parla della difficoltà di parlare dei blog a chi ha una posizione poco elastica nei confronti del cambiamento e di come a volte la blogosfera venga vista come «un ghetto o […] un posto strano». Propone (e subito ritratta) di usare una parola che sia meno tech-centered (di blogosfera) e più user-centered: “gentosfera”.
“Gentosfera” non è solamente una parola «terribile». È evitabile e costituisce un altro «assurdo divulgativo» con difetti simili a quelli che Giuseppe rimprovera a “blogosfera”. Non risolve il problema: sempre sfera rimane, sempre in un qualche modo “chiusa” e concetto poco elastico per spiegare il cambiamento.
Un approccio più interessante (e sociologicamente più fondato) dovrebbe invece a mio avviso considerare i blog in un processo di cambiamento che fa parte della stessa avventura umana (dell’umanità intera) attraverso i secoli. E allora i blog, la blogosfera e i nuovi fenomeni di comunicazione e interazione andrebbero visti all’interno di un contesto in cui i protagonisti sono gli umani nella società di appartenenza, oggi una società in Rete. Quella che Manuel Castells chiama società informazionale.
All’agnostico del secolo in corso dovremmo spiegare, quindi, il ruolo dell’informazione e come i blog contribuiscono. Altro che gentosfera.
Ma tu ti sei accorto, si’, che “gentosfera” era una battita in un inciso? ;)
Certo che me ne sono accorto. ;)
il termine ‘gentosfera’ è proprio brutto