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Capitale sociale ed esiti

«Il capitale sociale non ha esiti necessariamente favorevoli dal punto di vista collettivo. In alcuni casi reti molto ristrette e dense possono alimentare una fiducia di tipo collusivo, che porta vantaggi ai membri della rete a scapito di coloro che ne sono fuori.»

(Carlo Trigilia).

Mi ha fatto pensare a Gigi Cogo, ma io la penso più o meno come Federico Fasce.

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Cronache da un congresso di sociologia

Greggi composti da baroni (a capo) e dottorandi (all’ossequioso seguito) calpestano il selciato medioevale.

Iniziano le relazioni: inconfondibili effluvi di frittura di aria si innalzano nel cielo di Urbino…

I giovani ricercatori vengono massacrati dai discussant. I ricercatori senior a volte fanno certe figure presentando dati a caso di ricerche in cui manca il disegno della ricerca. Il congresso di quest’anno si chiama Capire le differenze

Nelle sere del congresso accademici di tutti i gradi si aggirano schiamazzando come se fossero studenti gitanti. L’aria marchigiana non sa di muffa, come quella dei dipartimenti, e dà alla testa.

Sia vietata per legge la lettura delle relazioni ai congressi. Meglio le favole per prendere sonno…

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Personalizzare il FeedCount

Gli utilizzatori di FeedBurner possono inserire sul proprio blog il FeedCount, un’immagine dinamica che mostra la feed circulation (i lettori del feed nel giorno precedente). Dal sito di FeedBurner, in “Publicize” è possibile prelevare il codice, personalizzare lo schema colore e decidere se animare o meno il testo. L’immagine mostra i lettori e la parola “readers”.

È possibile personalizzare ulteriormente il testo (il primo uso che viene in mente è la traduzione in italiano, da “readers” a “lettori”, oppure “ascoltatori” se si tratta del feed di un podcast ecc.) utilizzando il parametro non documentato “label” con il valore che preferite.

Esempio (l’immagine del FeedCount di Deeario):
<img src="http://feeds.feedburner.com/~fc/Deeario?bg=ffffff&fg=555555&anim=0&label=lettori" height="26" width="88" style="border: 0" alt="Lettori di Deeario via feed" />

Lettori di Deeario via feed

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“La parte abitata della Rete”

Qualche settimana fa sono riuscito a finire quella gemma di divulgazione che è La parte abitata della Rete di Sergio Maistrello.

Sergio, che è un amico, un bravo giornalista e una persona estremamente garbata, è riuscito nel difficile compito di realizzare un libro di facile comprensione ma né privo degli imprescindibili riferimenti teorici né di spunti per approfondire e chicche per chi non è un newbie. Si tratta di un libro per tutti, in cui ciascuno può trovare suggestioni interessanti. Da leggere.

Alcuni passaggi che mi hanno fatto riflettere e che appunto qui:

  • la Rete, «sistema operativo universale della comunicazione», è destinata a “scomparire”, a diventare scontata come già l’elettricità o l’acqua corrente;
  • Barabási, tra i massimi studiosi della scienza delle reti, ha ipotizzato 19 gradi medi di separazione tra due nodi a caso del www e bisognerebbe tenere conto del fatto che forse i sei gradi canonici potrebbero non bastare quando si approccia la Rete con finalità di studio, specie prima di fare affermazioni superficiali (non è, ovviamente, il caso del libro);
  • i nodi, singolarmente, non sono indispensabili per il funzionamento della Rete, aggiungerei neanche le persone, singolarmente, persino se credono di essere nodi oppure se lo sono davvero;
  • le implicazioni di spazio e di tempo hanno un’incidenza maggiore fuori da Internet;
  • la parte abitata della Rete avrebbe un’ossatura composta da quattro macrosistemi (blog, podcast, wiki e social network);
  • l’apologia dei piccoli numeri la sottoscrivo, «la misurazione del successo secondo quantità è un’eredità del sistema di comunicazione tradizionale»;
  • bella la metafora di Gino Roncaglia del web come fila di rubinetti che gocciolano;
  • bridging, bonding, Macher, Schmoozer (Putnam giustamente citato);
  • «la condivisione della propria vita ha un valore collettivo ampiamente sottovalutato negli ultimi decenni».
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